
Dott. ssa Laura Pigozzi Posts




Un Evviva a queste mamme!
Video recensione di Quando tutto è detto di Anne Griffin, Atlantide Edizioni e di La madre assassina di Ermanno Cavazzoni, La Nave di Teseo
<iframe width=”560″ height=”315″ src=”https://www.youtube.com/embed/lhCEm7ZUQE8″ frameborder=”0″ allow=”accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture” allowfullscreen></iframe>


E’ un libro che ci fa ascoltare un uomo che non aveva mai parlato prima. Agli uomini spesso accade. A un certo punto però devono “dire tutto”. Il dire-tutto è proprio del femminile, la parola è femmina, le bambine hanno la lingua ben “pendue”, come dice la psicoanalista Françoise Dolto, cioè la lingua lunga. Le bambine spesso si sentono apostrofare così. Ma i ragazzi meno, gli uomini poco, alcuni passano accanto alla vita nel mutismo sulle cose vere. A un certo punto però bisogna parlare, magari da vecchi, magari all’ultima soglia della vita. Magari davanti a un bicchiere, anzi a cinque bicchieri, di birra stout o di diversi tipi di whiskey irlandese, ciascuno per salutare una persona diversa. A ognuno il suo gusto, come ognuno ha un diverso gusto della vita.
Un libro potente, come ogni volta che un uomo parla se prima si è espresso in altri modi, magari più schivi, forse più ombrosi. Conosco alcuni “orsi” dal cuore pieno.
L’autrice incontrò davvero questo uomo sconosciuto in un bar
E’ il suo primo romanzo. E’ nata nel 1969. Prima aveva scritto racconti.
Prima era una libraia. E’ anche simpatica.
Fu Pellegrina e Straniera, come il titolo di una sua raccolta, un libro meno noto de Le memorie di Adriano, L’opera al nero o Fuochi.
Il 10 giugno cade il compleanno di Marguerite Yourcenar
Scrittrice belga, prima donna ammessa all’Académie française nel 1980, ha accompagnato il cammino di pensiero di molte donne e uomini. La penna di una donna ma non per sole donne. Una cultura immensa, una scrittura lucida e precisa, come nei migliori poeti.
In Pellegrina a Straniera (Einaudi) le sue riflessioni su libri, quadri, viaggi possibili e impossibili: Rembrandt, Durer, Henry James, Oscar Wilde, Borges o Virginia Woolf. Sosta nei villaggi della Grecia antica e ci offre anche una descrizione dei mosaici di Ravenna che, recentemente, ho rivisto. Anche con i suoi occhi.
Cruciale nella formazione di ogni ragazza.
Per i giovani a cui, visto il periodo incerto, consiglio lo studio che studia il pensiero, indispensabile in ogni stagione storica.
(Se ci fosse la psicoanalisi in università, si potrebbe lavorare anche intorno al non pensato, per quanto non sia affatto detto che, in una università, la psicoanalisi faccia una buona fine).
“Quando qualcuno chiede a cosa serve la filosofia, la risposta deve essere aggressiva, poiché la domanda è ironica e pungente. La filosofia non serve né allo Stato né alla Chiesa, che hanno altre preoccupazioni. Non serve a nessun potere stabilito. La filosofia serve a turbare. Una filosofia che non turba nessuno e non fa arrabbiare nessuno non è una filosofia. Essa serve a nuocere alla stupidità, fa della stupidità qualcosa di vergognoso. Non ha altro uso che questo: denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme.”
Gilles Deleuze
Cosa succede se l’incuria della madre è prevalente rispetto alla cura?
C’è plusmaterno o minusmaterno?
Il plusmaterno è il fallimento della funzione materna, da qualunque versante fallisca. Non solo la troppa cura e l’incuria si somigliano, ma nel corso della vita spesso sono due fasi successive: prima l’incuria, poi l’eccesso di cura. La madre che, a un certo punto, protegge troppo è spesso stata una madre narcisista che “recupera” con il soffocamento. La fotografia di copertina del volume “Mio figlio mi adora” (prima edizione) lo mostra efficacemente.
Il concetto cruciale della teoria del plusmaterno che ho cercato di proporre è questo:
se nella funzione materna c’è l’accogliere il bambino e il tenerlo a sé simbolicamente in una prima fase, a ciò deve seguire l’aprire le braccia e lasciare andare, tipico di un secondo momento: ecco, nel plusmaterno le fasi sono invertite. Nel plusmaterno si lascia il bambino solo, quando non si dovrebbe (tanto è lui che è attaccato alla madre all’inizio della vita) e poi, al contrario, lo si stringe quando vorrebbe e dovrebbe andare e cominciare le sue essenziali autonomie.
Il plusmaterno, come l’ho concepito, è una variante della dipendenza.